Dono e trapianto lavoro di squadra: la testimonianza del prof. Feccia e del giovane Samuele

«Grazie dell'ospitalità in questa magnifica sala. Mentre ascoltavo i contributi precedenti ho sottolineato tre concetti: sport, squadra e solidarietà. Lo sport è formazione, la solidarietà ci ricorda che non siamo isole, e dunque tutti noi lavoriamo per gli altri, facciamo squadra. La squadra è quella che vince: chi segue i giovani e guida la squadra ha una posizione privilegiata, perché attinge energia da chi te la dà gratuitamente. E di contro c'è anche la solitudine: il ragazzino viene a fare la gara ed è concentrato su quella, senza particolari supporti psicologici. Tutto questo la vive ogni giorno il mio paziente che aspetta un cuore, un rene, un fegato. Non ci dobbiamo intristire, molti non parlano di questo perché pensano non sia la sede giusta per parlare di malattia. Invece le associazioni di volontariato sono la voce della solitudine: a supportare queste persone ci sono squadre che siamo noi chirurghi. Ma senza una società che decide di donare gli organi, di donare quindi la vita, noi chirurghi non possiamo fare il nostro lavoro. Vedere un trapiantato salire in bicicletta e condurre una vita piena di attività e di sport è un messaggio fortissimo, significa aver vinto la propria sfida contro la malattia, e l'ha vinta grazie alla solidarietà e alla tecnologia. Noi siamo con loro, e una manifestazione come la Bike 4 Fun che vede al proprio fianco due loghi importanti come ANED e AIDO merita solo una parola: chapeau! Chi aspetta un organo non chiede niente a nessuno, dev'essere la società matura e attenta a fare squadra attorno a queste persone: la donazione è un atto di generosità.»

Queste le parole pronunciate in Aula Giulio Cesare al Campidoglio, nella conferenza stampa di ieri mattina, dal professor Mariano Feccia, direttore del Centro Regionale Trapianti del Lazio. A cui ha fatto seguito il racconto del quindicenne Samuele Galimberti, che nella sua giovane esistenza ha dovuto vivere dialisi e trapianto di rene. Oggi però, grazie anche al lavoro di medici come il prof. Feccia e di associazioni come Aned e Aido, ragazzi come Samuele possono fare sport come tutti i giovani atleti.
Per contribuire all'importante causa del dono e dei donatori, l'organizzazione del Gran Premio Liberazione firmata Terenzi Sport Eventi organizza la pedalata Bike 4 Fun, che domenica 23 inaugurerà la tre giorni di Caracalla. Iscrizione libera, libera donazione.

Successivamente alla conferenza, è stata realizzata un'intervista "quadrupla": Mariano Feccia, Samuele Galimberti, il padre di quest'ultimo Bruno Galimberti (attivamente coinvolto in Aned Sport) e la signora Liliana Castellani. Potete vederla QUI