Fondazione Sport City, nuovo partner per il Liberazione

Il Gran Premio Liberazione 2022 è un cantiere sempre aperto, che acquisisce settimana dopo settimana forze in più per mettere in scena un festival delle due ruote capace di scuotere l’attenzione generale. Fra gli ultimi arrivi al fianco dell’organizzazione gestita da Claudio Terenzi c’è la Fondazione Sport City, tesa alla promozione dell’attività sportiva di base e che ha identificato nella nuova immagine del Liberazione molti punti in comune.

Il presidente è Fabio Pagliara, dirigente sportivo di lungo corso, per anni segretario generale della Fidal, che sottolinea in maniera forte proprio quest’ultimo concetto che ha portato alla nascita della partnership: «Ci unisce innanzitutto la passione per lo sport, ma anche il fatto che il Gran Premio ha scelto quest'anno di lanciare un messaggio simbolico, ossia che attraverso la bicicletta si possono ottenere notevoli vantaggi sulla mobilità urbana, sulla sostenibilità e quindi sulla qualità della vita. Da questo punto di vista quindi il messaggio è molto simile al nostro, ovviamente per ciò che concerne la parte non agonistica ma quella sociale».

-         Qual è la storia della Fondazione e che cosa ha portato alla sua nascita?

«Una storia breve ma intensa. Nasce dalla volontà di alcuni amici di porre in primo piano il tema della sportivizzazione delle città, del benessere che cittadini e città hanno attraverso la pratica sportiva e i valori che questa rappresenta. La cultura del movimento dà benessere ma anche felicità e come Fondazione cerchiamo di essere validi interlocutori per le istituzioni per cercare di rendere possibile questa rivoluzione dolce».

-         In base all’esperienza accumulata e alle idee fondatarie della Fondazione, come giudicate lo stato di salute di Roma sul piano sportivo?

«Dobbiamo sempre scindere tra la parte agonistica e ciò di cui si occupa la Fondazione, ossia la promozione dello sport destrutturato e la grande capacità di attrarre grandi eventi sportivi, un fiore all'occhiello della città di Roma, dal maggior interesse sempre crescente per la pratica sportiva diffusa. Da questo punto di vista i parchi romani e le bellezze come ad esempio il parco del Foro Italico, sono un'opportunità straordinaria per portare Roma ad essere una best practice mondiale».

-         Il Liberazione di quest’anno, diventato un vero festival delle due ruote articolato su 3 giorni con tante iniziative al suo interno, tende anche a dimostrare che Roma può essere una città a misura di bicicletta: secondo voi può esserlo davvero, è un progetto realizzabile considerando l’impatto del traffico privato e le ataviche difficoltà del trasporto urbano?

«Il sogno di tutte le città moderne è quello di avere dei grandi spazi ciclabili, che renderebbero la città più a misura d'uomo. C'è una teoria attuale che sostiene la città nei “quindici minuti”, ossia che la volontà dei cittadini è di vivere gran parte della propria esistenza nell'ambito di un terreno di quindici minuti da fare piedi o in bicicletta, è chiaro quindi che da questo punto di vista è auspicabile che questo avvenga. Una città ciclabile e pedonabile in maniera intelligente ovviamente è una città più vivibile».