Porta Ardeatina e Mura Aureliane, il GP Liberazione "esce e rientra" nella Roma imperiale

Non sarà la Muraglia Cinese, ma anche le Mura Aureliane hanno il loro perché. Omonime dell'imperatore che le fece erigere, protessero Roma negli ultimi due secoli di vita dell'Impero, finché i terremoti naturali e quelli... barbarici non riuscirono a far cedere l'antica Capitale. Dei 19 chilometri originari di perimetro, se ne sono conservati 12,5: a ben vedere, potremmo definirle il più grande monumento romano!
Sono giunte fino a noi anche le 18 porte che si aprivano nella cinta muraria come ingresso e uscita dalla città. Alcune più ampie, maestose e guarnite; altre più strette, praticamente delle pusterle. Di questo tipo più "semplice" è ad esempio Porta Ardeatina, priva di torri di difesa.
Porta Ardeatina costituisce lo "spigolo sud-est" del circuito di 6 chilometri del Gran Premio della Liberazione. I corridori la incontrano al km 2.2, a quel punto svoltano a destra e si lanciano in discesa fino a raggiungere al km 3.6, dopo una decisa curva a sinistra, piazzale Ostiense, "spigolo sud-ovest" del circuito. In questa traversata est-ovest che caratterizza la parte centrale del circuito, i e le partecipanti al Liberazione tengono le Mura Aureliane alla loro destra, con passaggio davanti al cinquecentesco Bastione Sangallo.
Volendo sognare una sovrapposizione tra epoche e millenni, è come se un ipotetico Liberazione ambientato nella Roma imperiale si avventurasse fuori dalla città, uscendo da Porta Ardeatina, per poi rientrarvi attraverso piazzale Ostiense. Quest'ultimo in realtà corrispondeva a un'altra porta delle mura, ma è una storia che vi racconteremo più avanti...