Terme di Caracalla e Stadio Martellini: cenni storico-culturali sul "teatro" del GP Liberazione

L'antica Roma, tra le sue mille caratteristiche, era una città termale. Uno degli impianti più imponenti fu costruito tra il 212 e il 216 dopo Cristo all'inizio della Via Appia, ai piedi del colle Aventino: le Thermae Antoninianae. Meglio conosciute col nome dell'imperatore che le tenne a battesimo: Caracalla, figlio di Settimio Severo. Oltre 1500 persone potevano stare dentro questo complesso di circa 130.000 metri quadri. Erano un luogo di relax e wellness, diremmo oggi. Ma anche di studio, con ben due biblioteche. E di sport, grazie ad altrettante palestre.
Le Terme di Caracalla smisero di funzionare nell'anno 537, quando il re goto Vitige, nell'assediare la Città Eterna, fece tagliare tutti gli acquedotti. Da lì fu abbandono e sottrazione di marmi e metalli, ma anche riscoperta e ottima conservazione. Attualmente sono un importante sito culturale: oltre alle visite dei turisti per tutto l'anno, in estate ospitano un teatro dell'Opera all'aperto da 3500 posti.
Ma pure lo sport è di casa qui. Nel 1960, ad esempio, vi si svolsero le gare di ginnastica delle Olimpiadi. Ma già dal 1939 vi era attivo lo stadio per l'atletica leggera che nel 2002 è stato intitolato al grande telecronista Nando Martellini. Last but not least, il circuito di Caracalla è il percorso del Gran Premio della Liberazione, il "Mondiale di Primavera" del ciclismo Under 23 che incorona i professionisti di domani.